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WhatsApp, mossa anti fake news: limita a 5 chat “l’inoltra”

WhatsApp limita l’inoltro di messaggi per rendere la piattaforma più controllabile e meno soggetta a disinformazione e messaggi pericolosi.

È questa la strada intrapresa da Facebook Inc (proprietaria dell’app di messaggistica istantanea) che ha deciso di introdurre un limite al numero di volte che un utente può inoltrare un messaggio. Attualmente, infatti, l’inoltro di messaggi sulla piattaforma è impostato a venti invii per volta, ma presto il limite sarà a cinque numeri telefonici per volta.

Qualche anno fa era stata introdotta una funzione che consentiva di inoltrare un messaggio a più conversazioni contemporaneamente. Ora invece si limita l’inoltro simultaneo di contenuti, ad un massimo di 5 chat alla volta e si rimuove il tasto di inoltro rapido che compare accanto ai contenuti multimediali nelle chat.

Cosa cambia?
In linea di massima poco, perché gli inoltri erano, sono e resteranno possibili. A cambiare sarà il numero di volte che un messaggio può essere inoltrato: da venti a cinque per volta. Cambierà, dunque, la velocità di propagazione di un messaggio. Questo aggiornamento terrà a bada la viralizzazione di un contenuto. Impedirà il propagarsi veloce delle classiche catene di Sant’Antonio. Come prima, invece, per ogni messaggio re-inviato continuerà a comparire la dicitura «inoltrato», che è un segno di originalità introdotto già da qualche mese.

Perché?
L’introduzione, a livello globale di questa limitazione, non è una mossa per niente banale, ma un cambio di direzione ben preciso.

Oggi WhatsApp, che dal 2014 appartiene a Facebook, conta circa 2 miliardi di utenti, e i messaggi che vengono scambiati quotidianamente sulla piattaforma sono più o meno 70 miliardi.

Facebook è una delle aziende sotto la lente di ingrandimento dopo alcuni scandali come il Russiagate. Oggi WhatsApp vive al limite fra l’essere una piattaforma di scambio messaggi e qualcosa di simile ad un social network. Proprio per questo, limitare il numero di inoltri sembra una scelta all’insegna della prudenza.

WhatsApp dispone di una crittografia end to end (la stessa usata da Telegram), che dona a chi chatta una certa sicurezza. È tecnicamente impossibile bucare la piattaforma per intercettare i messaggi, a meno di clamorose falle nel sistema. Come spesso ribadito dagli stessi manager dell’azienda, è impossibile anche per gli ingegneri decriptare una conversazione fra due utenti. Un messaggio inviato è una combinazioni di dati che lo rende visibile solo a chi lo invia e a chi lo riceve. Una sicurezza che, in certi casi, diventa un pericolo.

WhatsApp, oggi, è a tutti gli effetti un potenziale veicolo di messaggi pericolosi. Sull’App possono passare contenuti che istigano all’odio, al bullismo, o qualsiasi altra cosa. Ma la piattaforma può anche veicolare propaganda politica basata su Fake News. La stessa che Facebook sta cercando di stroncare. Non è una novità che molti partiti politici utilizzino proprio l’app di messaggistica per far girare brevi video.

La notizia del limite impostato oggi all’inoltro di messaggi, sembra solo una prima forma di prevenzione.

(fonte WhatsApp)

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