Vai al contenuto

Facebook: dati e fake news nel mirino!

Dati

I dati croce e delizia per Facebook. Il colosso è alle prese con una controversia legale che potrebbe scatenare un enorme effetto domino, i cui potenziali effetti sono incalcolabili.

Tutto parte da una sentenza di un tribunale di Berlino, nella quale un giudice tedesco, dopo le richieste di un’associazione di consumatori, ha stabilito che sarà possibile iscriversi al social network anche senza alcun obbligo di fornire i propri dati personali autentici.

Chi vorrà iscriversi con un nickname fasullo potrà farlo. Inoltre, non sarà più considerata valida la clausola, contenuta nelle condizioni generali del social network, secondo cui Facebook può cedere ad aziende terze i dati personali e l’immagine del profilo.

La sentenza del tribunale ha dichiarato non valide 8 clausole delle condizioni generali e 5 impostazioni predefinite. Attualmente non è ancora passata in giudicato e il colosso del web ha già annunciato di voler ricorrere in appello contro questa decisione.

Le Fake News fanno scappare la pubblicità

Sono circa due anni che Facebook è finito più volte al centro delle polemiche.

Tutto è iniziato con le elezioni statunitensi vinte da Trump e il famigerato Russiagate: episodi che hanno posto l’attenzione sul fenomeno delle fake news.

Poi con l’arrivo del nuovo algoritmo, che penalizza le news. Gli ultimi numeri indicano un po’ di insofferenza da parte degli utenti che spendono meno tempo sulla piattaforma e una fuga verso altri social.

Ora, una nuova minaccia arriva dal colosso Unilever. Il secondo più grande inserzionista al mondo, infatti, ha fatto sapere a Facebook e Google che smetterà di fare pubblicità sulle loro piattaforme se non faranno di più per combattere le fake news. Tanto per dare un’idea lo scorso anno l’azienda ha investito su Facebook 9 miliardi di dollari.

Ai due colossi viene chiesto di aumentare la trasparenza, per difendere i minori da contenuti potenzialmente nocivi.

Da una parte Facebook deve combattere il falso. Dall’altra è costretta (da un tribunale) ad accettare iscrizioni da utenti con dati falsi. Una vera patata bollente, insomma.

Questo sito web utilizza i cookie.
Utilizziamo i cookie per essere sicuri che tu possa avere la migliore esperienza sul nostro sito, per fornire funzionalità dei social media e per analizzare il nostro traffico. Condividiamo informazioni sul modo in cui utilizzi il nostro sito con i nostri partner che si occupano di analisi dei dati web, marketing e social media. Continuando la navigazione su questo sito acconsenti al loro utilizzo?
Informativa sulla privacy e sui cookie